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Itinerario Benedettino

Il monachesimo in Occidente, per quanto pre-esistente, si svilupperà soprattutto grazie a San Benedetto che dal VI secolo impresse una forte spinta alla diffusione di questo stile di vita lontano dalla mondanità e volto alla ricerca spirituale attraverso una vita di comunità.

È la nascita di questo movimento che abbandona progressivamente l’idea del monaco come eremita ponendolo all’interno di un’organizzazione dedita alla preghiera e al lavoro in un sistema regolato di vita comune che sta alla base della diffusione di quei centri di sapere e presidi di cultura che per tutto il Medioevo - e non solo - saranno i Monasteri e le Abbazie benedettine sorte un po’ ovunque per l’Europa.

Sappiamo che Benedetto fondò nel 529 Montecassino dove vivrà fino alla morte. In questo luogo scrisse la Regula monachorum che nel motto ora et labora racchiude il senso e la vita di ogni abbazia e di ogni monaco. Per questo i monasteri – tra spiritualità e presidio di sviluppo economico - divennero ben presto luoghi essenziali e imprescindibili per la ricostruzione del tessuto economico e sociale europeo nel complesso periodo che vede lo scontro e l’incontro tra le culture latine e quelle barbare.

È in questo inarrestabile sviluppo e diffusione del movimento benedettino dal Centro Italia verso l’Europa che si inserisce anche il nostro itinerario emiliano-romagnolo. Un itinerario che tocca alcune delle principali fondazioni benedettine della regione ancora attive e visitabili da oltre un millennio: Pomposa, Nonantola, Chiaravalle, San Pietro a Modena, Santa Maria della Neve a Torrechiara e infine l’Abbazia del Monte a Cesena.

La prima abbazia se non altro per fondazione è certamente la splendida Abbazia di Pomposa che lungo l’antica strada Romea sorprende sempre i viandanti con il suo alto campanile che appare improvviso nel suggestivo contesto del Parco del Delta del Po. Di istituzione ravennate-bizantina (tra il VI e il VII secolo) raggiunse il suo momento di maggior sviluppo attorno all’anno mille diventando uno dei più importanti monasteri dell’Italia centro-settentrionale. Le sue mura accolsero Dante Alighieri nel suo ramingo esilio e Pier Damiani.

La seconda tappa, invece, riguarda l’Abbazia di Nonantola che fondata nell’VIII secolo dal duca longobardo Astolfo, l’abbazia sarà per tutto il Medioevo una delle mete di pellegrinaggio più importanti d’Europa. Sarà anche luogo di incontro di Papi e di Imperatori oltre che di conservazione del sapere ospitando una delle più grandi biblioteche del Medioevo con documenti e pergamene ufficiali riconducibili a Carlo Magno, Matilde di Canossa e Federico I Barbarossa. L’abbazia è importante anche perché punto di partenza e d’incontro di due dei principali itinerari spirituali romei: la Via Romea Nonantolana e la via Romea Strata Longobarda.

Terza tappa di questo itinerario è certamente l’Abbazia di Chiaravalle, vera e propria perla d’arte medievale. Fondata nel 1136 da San Bernardo di Chiaravalle raggiunse il suo assetto definitivo nel corso dei due secoli successivi. Meraviglioso e assolutamente da visitare è il chiostro trecentesco completamente conservato nelle sue splendide fattezze romanico-gotiche. L’Abbazia, trovandosi lungo il percorso della Via Francigena, assolve anche al suo antico ruolo di accoglienza dei pellegrini in transito offrendo - tutt’oggi - ospitalità in una struttura completamente rinnovata, con cucina e diversi posti letto.

Quarta tappa è l’Abbazia dei Padri benedettini di San Pietro a Modena. Fondata più di mille anni fa, è stata ricostruita tra gli ultimi decenni del '400 e i primi del '500 e costituisce uno dei complessi più importanti di Modena. Oltre ad essere un bell’esempio di architettura rinascimentale e a presentare un notevole ciclo di affreschi, la chiesa conserva anche un uno dei più importanti organi d’Italia: originale del 1524 proviene dalla bottega artigiana di Giovanni Battista Facchetti con rimaneggiamenti della ditta Ruffatti di Padova.

La quinta tappa è una sosta di quiete e relax presso il Monastero Benedettino di Santa Maria ad Nives di Torrechiara. Immerso nel verde della prima collina parmense, il grazioso complesso di impianto quattrocentesco con il suo chiostro ordinato e il suo Belvedere sul rio Parma è un piccolo tuffo in un’oasi di pace del rinascimento emiliano.

Ultima tappa consigliata di questo itinerario è la visita all’Abbazia del Monte a Cesena. Fondata attorno all’anno mille, dopo una storia travagliata fatta di saccheggi, distruzioni, assedi, terremoti e bombardamenti, è giunta a noi ancora in piena attività. Oltre a conservare un’incredibile collezione di ex-voto, l’Abbazia è sede – infatti - di un importante centro di restauro del libro antico e di una pregevole erboristeria che tiene viva la memoria delle antiche ricette dei monaci.